“Rosario Livatino. La coscienza di un giudice.” di Gilda
Sciortino, è sintomatico di una Sicilia che ha desiderio di gridare e non
zittirsi, urlare al malaffare che ha perso, perde ogni qualvolta una
giornalista, uno scrittore, racconta la verità e non teme rappresaglie. Tutti
dovrebbero ringraziare la giornalista in questione per averci informato della
coscienza nobile di questo giudice, del suo coraggio, della sua sfida a testa
alta contro ogni forma di mafia. Voglio ringraziarla soprattutto io per avermi
fatto conoscere lati della personalità del grande giudice di Canicattì, paese
dove ho trascorso infanzia e adolescenza. Il giudice conobbe me, perché amico
di famiglia, ma io non ricordo nulla di lui poiché avevo solo cinque anni al
momento del truce assassinio subito. Osservavo
spesso l’esterno della sua abitazione attraverso le finestre della casa di mia
nonna e mi chiedevo sempre chissà chi era questo ragazzo, cosa pensava, chi
amava, la sua fede, il suo modo di rispettare il lavoro degli altri, la volontà
di aiutare i compagni e la sua maniera di giudicare solo ai fini terreni e non
immaginare o desiderare la morte di nessuno, nonostante sapesse la fine che lo
attendeva. Grazie Gilda, grazie Rosario, grazie all’editore Salvatore Insenga,
grazie per la speranza consegnata, che anche se a stento resiste ai giorni
nostri. Ma se continueremo a scrivere loro perderanno la speranza di vincere.
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