Dedicato alla memoria di Maurizio Di Paola, grande uomo, grande lavoratore e amorevole padre di famiglia.

giovedì 18 dicembre 2014

Vittime uccise dal fascismo durante la strage di Torino del 18 dicembre 1922

18 dicembre

  • Carlo Berruti, ferroviere e consigliere comunale del Partito Comunista d'Italia, ucciso nelle campagne di Nichelino;
  • Matteo Chiolero, tramviere e militante socialista, ucciso nella sua casa in via Abegg 7;
  • Erminio Andreone, fuochista delle ferrovie, ucciso davanti alla sua casa (poi bruciata) in via Alassio 25;
  • Pietro Ferrero, anarchico e segretario torinese della Federazione degli operai metallurgici (FIOM), trovato irriconoscibile con la testa fracassata sotto il monumento a Vittorio Emanuele, dopo essere stato legato per i piedi a un camion e trascinato per tutto corso Vittorio Emanuele;
  • Andrea Ghiomo e Matteo Tarizzo, due antifascisti. Vengono ritrovati il primo nel prato di via Pinelli con il cranio spezzato e sanguinante, centinaia di ferite sulla testa e su tutto il corpo; il secondo in fondo a via Canova, ucciso in un lago di sangue da un colpo di clava che gli ha fracassato il cranio;
  • Leone Mazzola, proprietario di un'osteria e militante socialista, ucciso a colpi di arma da fuoco nel proprio letto nel retrobottega, dove ha la sua abitazione;
  • Giovanni Massaro, ex ferroviere e anarchico, ucciso a colpi di moschetto vicino alla cascina Maletto di via San Paolo.

19 dicembre

  • Cesare Pochettino, artigiano non impegnato in politica. Viene prelevato assieme al cognato Stefano Zurletti ed entrambi sono portati in collina e fucilati sull'orlo di un precipizio; Pochettino muore sul colpo, mentre Zurletti si finge morto e, soccorso da un anziano signore che ha assistito alla scena dall'alto con la figlia, viene portato in ospedale. Qui subisce le angherie degli squadristi che scorrazzano liberamente fra letti e corridoi riempiendolo di insulti e minacce, ma riesce a sopravvivere. Decederà poi il 10 dicembre 1951, e pertanto il suo nome non figura tra le vittime.
  • Angelo Quintagliè, usciere dell'ufficio ferroviario "Controllo prodotti";
  • Evasio Becchio, operaio e comunista di 25 anni, prelevato da un'osteria e condotto in fondo a corso Bramante dove viene ucciso a colpi di pistola e moschetto.

IN ESPERANTO



 18 dicembre

     Carlo Berruti, ferroviere e consigliere comunale la Partito Komunisma d'Italia, ucciso nelle campagne di Nichelino;
     Matteo Chiolero, tramviere kaj socialisma aktivulo, nella sua ucciso en tra Abegg 7a domo;
     Erminio Andreone, fuochista delle ferrovie, ucciso davanti alla sua domo (poi bruciata) en tra Alassio 25;
     Pietro Ferrero, anarchico kaj segretario Torinese della Federazione degli operai metallurgici (FMI), trovato irriconoscibile kun fracassata testa sotto il monumento al Vittorio Emanuele, dopo essere Stato legato po i piedi kamiono kaj trascinato po tutto Corso Vittorio Emanuele;
     Andrea kaj Matteo Ghiomo Tarizzo, pro Antifascisti. Vengono ritrovati il Primo nel Prato di Vojo Pinelli kun cranio e il spezzato sanguinante, centinaia Ferito sulla testa di e su tutto il Corpo; Il secondo en fono per Canova, mi ucciso en lago di sangue donas colpo di che gli havas fracassato il cranio najloj;
     Leone Mazzola, mastro di un'osteria kaj socialisma aktivulo, mi ucciso al colpi di fuoco nel armilo donas nel letto propran retrobottega, kolombo havas la abitazione sua;
     Giovanni Massaro, eksa ferroviere kaj anarchico, ucciso al colpi di Cascina vicino alla moschetto Sankta vojo Paolo di Maletto.

19 dicembre

     Cesare Pochettino, ne impegnato artigiano en politiko. Manĝas prelevato assieme la cognado Stefano Zurletti ed entrambi Sono portati en Collina e fucilati Sull'orlo prenis precipizio; Pochettino muore sul colpo, mentre Zurletti se ŝajnigas Morto e, soccorso donas anziano Signore che alla Scena havas assistito dall'alto kun Figlia venas portato en Ospedale. Qui subisce vi angherie degli squadristi fra Che scorrazzano liberigoj riempiendolo di letti e corridoi insulti kaj minacce, ma Riesce al sopravvivere. Decederà poi il 10 dicembre 1951 e il suo knomo ne Pertanto figuro tra le vittime.
     Angelo Quintagliè, usciere fervoja dell'ufficio "prodotti Controllo";
     Evasio Becchio, operaio kaj komunisma di 25 anni, prelevato donas un'osteria kaj condotto en Corso Bramante fono kolombo venas ucciso al colpi di pafilon kaj moschetto


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