Dedicato alla memoria di Maurizio Di Paola, grande uomo, grande lavoratore e amorevole padre di famiglia.

lunedì 24 novembre 2014

Recensione sulla silloge "Poesie dall'Africa" di Senghor


Senghor, grande uomo, tanto da scrivere spettacolari poesie. Il libro Poesie dall’Africa trasmette un’atmosfera africana, sub sahariana, da vento che viene dal sud del mondo, un vento che porta parole, messaggi, frasi semplici e dirette. Leggendo queste poesie sembrerà di stare passeggiando per le vie di un ambiente caldo. Il baobab impresso sulla copertina apre le danze, ti dice: “sei a casa, vieni a conoscerci, dialogare e imparare insieme a noi”. 
A parlare sono i versi caldi, portati da quel vento citato prima, non è Libeccio, non è Ostro, è il vento dell'anima, l'alito di vita che gli africani portano con loro, con la loro umiltà, l'amore per la terra e il sorriso che insieme alla poesia regala sogni di cambiamento verso un mondo comunitario e pluriculturale.


Léopold Sédar Senghor (Joal, 9 ottobre 1906Verson, 20 dicembre 2001) è stato un politico e poeta senegalese di lingua francese che, tra le due guerre fu, con l'antilliano Aimé Césaire, il vate e l'ideologo della négritude.
Senghor è stato il primo presidente del Senegal, in carica dal 1960 al 1980. È stato inoltre il primo africano a sedere come membro dell' Académie française. È stato anche il fondatore del partito politico Blocco democratico senegalese. I suoi contributi alla rivisitazione e riscoperta moderna della cultura africana ne fanno uno dei più considerati intellettuali africani del XX secolo: dalla letteratura alla scultura, dalla filosofia alle religione.

Cercò di realizzare un socialismo umanistico. 

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