Dedicato alla memoria di Maurizio Di Paola, grande uomo, grande lavoratore e amorevole padre di famiglia.

lunedì 20 ottobre 2014

Recensione su "Elizabeth Costello" di John Maxwell Coetzee



Coetzee scrive questo libro, a metà tra il saggio e il romanzo. Oppure è meglio dire che lo scrive a due mani con la protagonista : Elizabeth Costello. Lei  è una scrittrice che affronta, durante alcune conferenze, dei temi cruciali per lei e della vita in genere. A parlare è appunto l’autore che veste i panni della scrittrice australiana. È presente nel testo una chiara figura retorica quale la climax, si passa quindi dal nero delle ombre dell’animo della scrittrice, al grigio del suo fisico simboleggiato dai capelli, al bianco del foglio che sarà poi scritto e che fungerà da luce della sua vita.
Il personaggio scrive romanzi sugli uomini, immedesimandosi in essi, così come l’autore del libro tenta di fare con il suo alter-ego femminile, immergendosi nella sua sensibilità, motivo per il quale vediamo l’affiorare di pensieri istantanei nella mente di Elizabeth ogni qualvolta le si pongono delle domande, come fosse un dialogo estemporaneo con se stessa. Emergono l’alterità, il confronto con il diverso, le sue domande sull’apparire, piaga che aleggia nel mondo, dall’aspetto formale delle conferenze, a quello che lei dovrà dire o fare. Si alternano le domande poste a lei e da lei al pubblico, soffermandosi su alcuni punti, come i libri che spariranno dall’immaginario comune dopo pochi anni, se non verranno ripubblicati da altri editori, tutto ciò che è stato scritto quindi andrà perso per sempre. Si parla di identità, come quella africana, dell’oralità dei contenuti, delle tradizioni, di come mangiano o si muovono gli abitanti di quel determinato luogo, di come desiderano vivere con gli altri e nell’insieme della collettività. Non mancano le accuse alle convenzioni, come l’imposizione della traduzione necessaria per essere letti altrove, come se si scrivesse per il mondo occidentale. Le accuse al mondo cattolico che crede di essere al centro dell’umanità, gestendo l’istruzione, l’interpretazione dei testi e la vita di quei popoli aiutati materialmente, ma schiavizzati nelle mente e nelle idee, come quelle artistiche. E infine il male, che viene visto come un’attrazione, a volte odiato, a volte amato, in questa dualità di contenuti atti a rendere viva la stessa scrittura. Non poteva mancare la domanda finale sul credo, la cui risposta si trova nel medesimo bisogno di credere di ogni essere umano.



John Maxwell Coetzee (Città del Capo, 9 febbraio 1940) è uno scrittore e saggista sudafricano, Premio Nobel per la letteratura nel 2003.

J. M. Coetzee (come firma i suoi libri) è uno scrittore estremamente eterogeneo, celebre per le sue opere di narrativa, critica e per le numerose attività accademiche che lo hanno visto impegnato come professore, linguista e traduttore. È uno dei maggiori esponenti del postmodernismo e postcolonialismo del XX secolo.


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