Tra i paradossi italiani figurano anche i paradossi editoriali.
1) Case editrici che detengono il monopolio, grazie al possesso di librerie, distributori e le stesse case editrici. Pochi si rendono conto del perché nelle librerie si trovano sempre e solo i libri editi dai più influenti editori, del perché a vincere i premi siano sempre gli stessi e perché si parli solo di cinque/sei nomi.
2)A peggiorare la situazione si impegnano anche quei piccoli editori, vedi ad esempio l'editore con cui ho pubblicato Racconti Hunderground, che non leggono e correggono i testi, non promuovono il libro visti gli incassi ricavati dalle spese iniziali degli autori, non partecipano ai concorsi, non organizzano eventi.
3)Come ciliegina sulla torta ti senti dire che se i resi superano le vendite l'autore non prende nesusn soldo, nonostante l'esigua royalty di ogni copia.
Esempi sono i libiri: “Il pendolo rotto”, “Era già Autunno”, “Angeli dalla pelle troppo
sottile”, sono esempi di opere dalla forte carica emotiva, atti
asollecitare gli animi. Scritti bene, linearmente, dalla trama
interessante, ricchi di spunti dalla fantasia eclettica, ma con refusi
evidenti e periodi che potevano essere corretti, rivisti dall’editor
della casa editrice. Sì, la casa editrice che ha mancato nella
rivisitazione, nell’editing delle opere suddette. Inoltre sono libri che
meriterebbero una grande conoscenza, ma
anche in quest’ aspetto la casa editrice ha peccato, con un’assente
promozione, che renderebbe il giusto valore a degli scritti, che a causa
dello scarso interesse da parte dell’editore si perderanno nell’oblio.
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