Dedicato alla memoria di Maurizio Di Paola, grande uomo, grande lavoratore e amorevole padre di famiglia.

mercoledì 2 luglio 2014

Recensione sulla raccolta di racconti "La cucina arancione" di Lorenzo Spurio



Leggendo i racconti de “La cucina arancione” ho visto come tra le righe il copione di alcuni cortometraggi. Cortometraggi che rappresentano vite vissute a metà, così come recita il primo racconto. Racconti dai generi multipli, si salta dal racconto drammatico, al racconto horror, un orrore vissuto dai primi attori e personaggi. Drammi dell’animo, un animo spesso osteggiato dagli stessi protagonisti, e da persone a loro più o meno vicine, che non vedono più la sofferenza, che porta il più delle volte alla psicopatia.
Si passano in rassegna le più disparate dinamiche della mente umana, dalle semplici manie alle gravi patologie. Parole dure e crude, quelle di Lorenzo Spurio, che riflettono in maniera inequivocabile ciò che gli interpreti provano e subiscono da loro stessi e dagli altri.
Continuando a leggere sentivo come della musica giungere alle mie orecchie, musica decadente, arcana, labile, sembrava come di ascoltare un cd completo di musica rock molto pesante, che lascia il segno inciso, più che in un supporto metallico, in un supporto cartaceo.
I colori descritti inoltre rendono chiara l’idea della vita, che oltre ad essere vissuta “a metà” è avvolta in un parossismo unico, un arancione “che da oppressione e ridondanza”, o fili “elettrici bluette” che portano la morte.
Quel che si leggerà sarà una psiche spesso assopita dalla società, che si risveglia e rivede in un pezzo di legno antropomorfizzato il proprio alter-ego. Al lettore rimarrà un velato “ghigno indispettito d’indignazione”.



Lorenzo Spurio (Jesi 1985) si è laureato nel 2011 in Lingue e Letterature Moderne all’Università degli Studi Perugia. È autore del Blog Letteratura e Cultura. Dirige la rivista online di letteratura Euterpe. Ha pubblicato altri testi di narrativa e saggi critici come Ian McEwan : sesso e perversione

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