Recensione su "La Divina Ironia" di Salvuccio Barravecchia
Testo
a metà tra il trattato, il saggio e il racconto, già dalla copertina si può
intuire ciò di cui si narrerà. È come un vaso di Pandora che non è pronto ad
esplodere, ma è già esploso in quelle righe, mentre l’autore scriveva parole pensate
e pensanti. Il titolo contiene più di una figura retorica, l’ironia difficile
da comprendere e da fare, da cui si può leggere in modo velato “ira” e “mia”,
un anagramma modificato che rappresenta ciò che vorrebbe dire uno dei
protagonisti, cioè Dio. In questo libro si passa in rassegna la religione, con i
suoi tabù, collegamenti letterari, come per esempio con l’opera del nostro
grande poeta Dante.
Racconto geniale dove traspare anche la tragedia delle
sofferenze e la commedia che gioca con
l’ironia, per l’appunto; tutto in un equilibrio dinamico. Si trovano rime in
prosa come fossero versi dalla verità mai conosciuta.
È riscontrabile infine il contorno della
filosofia e della storia, con altri e alti argomenti sviluppati, che coincidono
in un grande gioco di parole e di idee che è questo fine capolavoro.
Salvuccio Barravecchia è nato a Pietraperzia (En) il 05/11/1974. Fine e profondo scrittore, poeta e autore e regista di teatro. Inoltre è ideatore e organizzatore di eventi artistici-culturali rivoluzionari.
La Divina Ironia è la sua ultima pubblicazione.
La Divina Ironia è la sua ultima pubblicazione.
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