Le pennellate sono dirette, come i messaggi trasmessi dalle opere.
Gli squali sono metafora di una società dove l’uomo è più di un lupo, è un aguzzino. La medesima società dove i
potenti portano la guerra tra poveri.
È chiara la trasposizione dei colori
accesi, contornati dai colori scuri. Colori accesi come il sangue versato nel
mare da gruppi di migranti, neri come la tempesta che li attende in un
Mediterraneo che non è alcova di accoglienza.
Vediamo anche, in uno dei quadri di Antonio Pilato, l’effusione di
una madre per un figlio, stretti in un abbraccio colmo d’affetto, compendio di
amore nelle sue sfaccettature.
Traspare, in uno stilizzato ricercato, la volontà di riscoprire il proprio io
perso, in un inconscio fugace.
Il contrasto di alcuni colori da un pugno allo
sguardo, non nell’accezione negativa più comune del termine, ma in un
significato di risveglio da un luogo metafisico assopito.
La tela dipinta diventa significato, il pennello
l’introspezione significante di questo artista.
Antonio Pilato, originario della provincia di Agrigento, è
migrato da giovane a Milano, dove in seguito ha insegnato filosofia e
pedagogia. Sin dalla sua adolescenza è vivo l’interesse per le arti figurative.
Nessun commento:
Posta un commento